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Fossili sotto casa

In Galleria Buenos Aires, come in tanti altri luoghi di Milano, nelle lastre di pietra che compongono la pavimentazione si possono vedere alcune ammoniti, conchiglie fossili di molluschi marini esistiti tra il Devoniano e il Cretacico. Ce ne sono molte, per esempio, anche in Piazza del Duomo, come descritto altrove in questo sito.

Qui però è possibile vedere, in alcune lastre intercalate a quelle con ammoniti, un altro tipo di fossili: ricci di mare.

Per capire meglio ciò che effettivamente si può osservare, conviene avere presente la struttura di uno di questi bizzarri animali. Un tipico riccio marino, che appartiene al phylum degli Echinodermi, ha uno scheletro esterno calcareo tipicamente di forma tondeggiante, con variazioni a seconda delle specie considerate. Nel nostro caso ci si può rifare a una forma tipica, come quella rappresentata nel disegno qui sotto.

La parte inferiore del riccio, che normalmente è a contatto con il fondale su cui l’animale vive e si sposta,  corrisponde alla “bocca”. Questa è dotata di un’elaborata struttura, chiamata tradizionalmente “lanterna di Aristotele”, che serve a raccogliere il cibo dal fondale marino.

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Disegno tratto da:

www.3d-fossils.ac.uk

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Lo scheletro esterno calcareo, che contiene gli organi dell’animale, è attraversato da piccoli pori disposti in allineamenti regolari. Attraverso questi pori fuoriescono numerosi pedicelli molli che il riccio usa per spostarsi e per esplorare l’ambiente circostante. La superficie esterna è anche fornita di aculei, più o meno numerosi e sviluppati a seconda della specie, che tendono a staccarsi dopo la morte dell'animale.

Immaginiamo ora di sezionare un tipico riccio di mare lungo un piano orizzontale, individuato dalla linea rossa:

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Ciò che si ottiene è proprio quel che si vede nella sezione contenuta nella pavimentazione in Galleria Buenos Aires: un cerchio corrispondente allo scheletro esterno e, al centro, la lanterna di Aristotele.

Disegno tratto da:

www.3d-fossils.ac.uk

e modificato

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A pochi passi di distanza si può vedere un secondo esemplare, questa volta sezionato secondo un piano verticale, sempre passante per la regione boccale. Questa sezione purtroppo è incompleta, mancando la porzione superiore:

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Di seguito, altre immagini degli esemplari più completi. Un dettaglio mostra, molto ingranditi, alcuni dei pori allineati dell'esoscheletro, tipici degli Echinodermi.

Sarebbe interessante conoscere la località di provenienza della roccia da cui sono state ricavate le lastre della pavimentazione, per avere maggiori informazioni anche sulla datazione di questi fossili. Un paleontologo da me interpellato ha ipotizzato che possa trattarsi di arenarie mioceniche provenienti dal Sarrabus, in Sardegna, ma per il momento resta solo una supposizione.

I passanti non danno segno di accorgersi di queste presenze... del resto anch'io me ne sono reso conto solo recentemente, nonostante abiti a breve distanza. In effetti è facile essere distratti da altro, specialmente in una zona commerciale e affollata come Corso Buenos Aires a Milano.

Si dimostra ancora una volta che anche nei luoghi apparentemente più familiari si possono avere interessanti sorprese.

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Echinoide fossile - Galleria Buenos Aire
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