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Futura ambra camuna?

Nell'estate del 2016, in un giardino della media Val Camonica, un vecchio ciliegio non godeva di ottima salute. Forse era stato colpito dal "corineo", l'infezione provocata dal fungo Stigmina carpophila, oppure da qualche attacco batterico.

Uno dei sintomi era la cosiddetta "impallinatura", cioè la presenza sulle foglie di macchioline necrotiche tondeggianti, del diametro di circa due millimetri, che disseccandosi avevano lasciato il posto a forellini circolari. L'effetto più appariscente della malattia era però l'abbondante produzione di resina.

Rossa, gialla o incolore, la resina colava dal tronco e da gran parte dei rami, gocciolando sul fogliame sottostante e invischiando piccoli animali. Si potevano vedere, intrappolati nella massa gommosa, diversi Glomeridi (simili a millepiedi molto corti), un Emittero, un'elitra di Coleottero, una piccola chiocciola.

Non si poteva non pensare alle modalità di formazione dell'ambra, la pregiata resina fossile che sovente ingloba insetti e altre forme di vita di un lontano passato.

Forse, tra qualche milione di anni, qualcuno scoprirà un redditizio giacimento di ambra camuna.

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